“Elementi di critica omosessuale” torna in libreria: Mario Mieli fa centro

La sua figura è avvolta da considerazioni contrastanti, ma al di là di come la si pensi al riguardo non c’è dubbio che Mario Mieli sia sempre stato una delle figure italiani più importanti del movimento omosessuale. Mieli, attivista dei diritti civili e fondatore del “Fuori”, visse una vita piuttosto breve, ma intensa. Intensa come non mai.

Ma perché torniamo a parlare di Mieli? Perché a novembre è stata presentata la riedizione di “Elementi di critica omosessuale“, un trattato estremamente curato e profondo che viene tutt’oggi considerato un punto fermo per le lotte di liberazione sessuale.

All’anteprima dell’uscita del libro che si è tenuta a Milano, hanno partecipato tre persone che in qualche modo incarnano lo spirito della cultura queer: alla presentazione hanno preso parola Corrado Levi, fondatore del Fuori, attivista gay, docente, artista e architetto; Lorenzo Bernini, ricercatore al Dipartimento di Scienze Umane dell?università di Verona e direttore del Centro di Ricerca Politesse; Elisa Virgili, ricercatrice e insegnante, nonché membra anche lei di Politesse e grande conoscitrice degli studi di genere.

“Non possiamo che andare fieri dell’interesse che l’opera di Mieli continua a suscitare. Ma dobbiamo anche interrogare questo interesse – ha detto Bernini -. Perché esiste un rischio, e cioè il rischio di fare di Mieli un santo come fece la chiesa con San Francesco: ergendolo a santo rischiamo di annullare la sua forza rivoluzionaria, perché lo renderemmo un modello quasi irraggiungibile. Ebbene, questo non deve capitare con Mieli: lui non deve essere il santo protettore del movimento queer e tanto meno una statua da mettere in un museo, ma dobbiamo semmai considerarlo uno di noi, uno che può anche essere oggetto di critiche quando serve”.

Il motivo per cui Mario Mieli non viene ritenuta una figura inattaccabile dagli stessi omosessuali, e il motivo per cui Bernini si è tenuto cauto affermando che alcune convinzioni di Mieli possono anche essere criticate, è più che altro legato alle considerazioni che Mieli fece sulla pedofilia. Il suo trattato “Elementi di critica omosessuale”, infatti, contiene posizioni da cui bisogna prendere le distanze, tra cui una velata apertura alla pedofilia. Anche perché Mieli certe cose le scrisse quando era poco più che ventenne: “Per questo possiamo considerare alcune sue prese di posizione come un qualcosa di volutamente provocatorio, vista l’età. Resta però il fatto che Mieli era un giovane geniale, ironico ed esplosivo. E il suo scritto lascia percepire tutta la rabbia di quegli anni, in cui l’omosessualità veniva assimilata alla pedofilia”, ha spiegato Bernini.

Un’altra interessante riflessione è stata avanzata da Virgili, che intervenendo ha fatto notare come un’eventuale assorbimento di Mario Mieli da parte delle Università rischierebbe di mettere in pericolo la dirompenza dei suoi scritti. “Ciò che mi auguro – ha spiegato Virgili – è che il pensiero di Mieli aiuti a queerizzare il modo con cui si affrontano queste teorie all’interno dell’accademia, sia dal punto di vista dei contenuti che dal punto di vista delle pratiche (di scrittura, di insegnamento e quant’altro)”.

Insomma, la riedizione di “Elementi di critica omosessuale” sta portando alla ribalta una figura profonda e controversa; una figura che nei suoi soli 31 anni di vita ha letteralmente lasciato il segno.

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