“La Chiesa rispetti i gay”: il cardinale Reinhard Marx lancia il monito
In questi ultimi anni, nella Chiesa, sono venute a galla parecchie posizioni contrapposte relativamente al discorso omosessualità. E l’ultimo in ordine cronologico a far parlare della questione gay e del rapporto che c’è tra il mondo LGBTQ e il cattolicesimo è il cardinale Reinhard Marx, presidente dei vescovi tedeschi, che in un’intervista alla rivista Herder Korrespondenz ha rilasciato dichiarazioni che sicuramente desteranno non poche polemiche.
Il porporato tedesco ha detto senza mezzi termini: “Sicuramente è difficile, dall’esterno, dire che qualcuno sta commettendo un peccato mortale. Senza guardare la coscienza dell’individuo, senza guardare alla sua realtà, alle circostanze concrete, non è possibile valutare concretamente la gravità della colpa”.
Insomma, il cardinale non legittima né l’omosessualità né i rapporti omosex, anzi, in un certo senso continua a legare i gay al concetto di “colpa” e di “peccato”, ma senza ombra di dubbio apre una riflessione. Ciò che di interessante fa il cardinale Marx, è invitare la Chiesa a riflettere maggiormente su come si pone nei confronti delle persone gay, lesbiche e transessuali. Il suo invito, in sostanza, è a guardare al mondo LGBTQ non più con l’atteggiamento da crociata, non più con l’aggressività e la sfrontatezza usate finora, ma con una maggiore apertura al dialogo e alla conciliazione.
Non è un caso infatti se le posizioni di Marx siano più volte finite al centro di una diatriba tutta interna al mondo ecclesiastico, con una ferea opposizione giocata soprattutto dalle galassie religiose americane (che spesso e volentieri si sono rivelate essere le più intransingenti da questo punto di vista).
“Non sto promuovendo il relativismo o dicendo che ciascuno deve essere libero di fare tutto ciò che gli passa per la testa – ha tenuto a specificare l’arcivescovo di Monaco -. Ciò che dico è che ogni persona deve essere guidata dal principio di fede e a tener conto della voce della Chiesa, ma sempre e dico sempre ci deve essere rispetto per la libera scelta dell’individuo”. Parole insomma che sono piaciute al mondo gay, perché per quanto prudenti segnano comunque un punto di apertura che non è mai stato mostrato dalle alte gerarchie vaticane.
Il cardinale Marx, in fondo, aveva già dato prova di far sue le istanze progressiste: la scorsa estate, per esempio, in occasione dell’approvazione del matrimonio gay in Germania, il religioso disse che “la Chiesa non ha motivi per cui essere preoccupata, perché non si tratta di una sconfitta: lo sviluppo del matrimonio e della famiglia spetta di diritto anche allo Stato”. E aggiunse: “Rimpiango la Chiesa che non ha fatto nulla per opporsi alle leggi che perseguivano gli omosessuali”.
Insomma, anche all’interno della Chiesa pare si stiano muovendo posizioni contrapposte. Posizioni che pur essendo appunto contrapposte, mostrano in ogni caso una tendenza che fino a poco tempo fa neppure era emersa, e cioè quella di un fronte, evidentemente sempre più numeroso, di gerarchi che parlano di conciliazione verso i gay.