Queering Roma, festival del cinema LGBTQ tra ieri e oggi

Queering Roma è il festival del cinema LGBT (LesboGayBisexTransQueer) organizzato dall’associazione Armilla con la collaborazione della Regione Lazio, della Provincia di Roma e col patrocinio di Roma Capitale. L’edizione che ha riscosso molta popolarità è stata quella del 2011 che, tra le altre cose, fu anche inserita nel calendario degli eventi appartenenti al Roma Europride 2011.

In quell’anno il Queering Roma si svolse a cavallo tra il 3 e il 5 Giugno nel quartiere Pigneto della Capitale. Furono qui proposti dei lungometraggi, dei corti e anche dei documentari a loro volta protagonisti di altrettanti festival. Tre giorni di proiezione per un totale di 34 pellicole provenienti dai Paesi più diversi quali Cina, Australia, Filippine, Stati Uniti, Spagna, Cile, Germania, Corea del Sud, Gran Bretagna, Polonia, Argentina, Sudafrica, Italia, Brasile, Danimarca, Francia e Algeria: in parole povere parliamo di un’edizione ricca di contenuti giunti da ogni parte del mondo e rigorosamente fatti vedere in lingua originale con sottotitoli in italiano.

Ma al di là dell’edizione 2011, Queering Roma rappresenta in sé e per sé uno spaccato autentico della cultura LGBTQ al giorno d’oggi, in cui le contraddizioni e le problematiche, le passioni e le emozioni, le condizioni e le storie di vita di tutti i loro appartenenti vengono messi in chiaro al pubblico che vuol saperne di più. Ieri come oggi, il festival del cinema LGBT si propone di mostrare la realtà in cui vivono gli omosessuali, i bisessuali, i transessuali e tutti coloro i quali si ritengono parte di questa grande comunità.

Queering Roma 2011: un tripudio di cinema!

L’anno 2011, in questo senso, è stato un vero e proprio esempio di come il Queering Roma possa tutt’oggi essere un’occasione estremamente importante per far conoscere all’opinione pubblica ciò che anima il mondo LGBT. Ecco dunque che da quel festival ci trasciniamo dietro titoli dedicati alla ricerca dell’identità personale come Dear Dad Love Maria, altri che come Gun Hill Road mettono in scena gli scontri con la famiglia di origine che sono quasi immancabili in casi di questo genere, altri che come Senza Fine tentano di far capire come anche nella comunità LGBT possa nascere il bisogno di farsi una famiglia anche oltre i classici schemi.

E poi ancora Drool, Nebenan e Quelque Jours de Repit che mettono in chiaro il tema della fuga sia dalla società che in un certo senso persino da se stessi; mentre film del calibro di Pod Bluzka, Wu Yan Hua, We Once Were Tide e Mi Le Guo ce li ricordiamo per il desiderio di far emergere temi molto profondi come la passione e la tenerezza.

Anche la prosistuzione è un elemento molto presente e a tratti quasi immancabile nel mondo LGBT, ed è proprio per questo che Remember Me in Red e Die Jungs Vom Bahnhof Zoo si propongono come film denuncia sotto questo punto di vista. Holding Hands, invece, è stato il titolo con cui il Queering Roma 2011 ha voluto porre risalto sulle conseguenze che l’omofobia può riverberare su una storia di amore e come cruento possa arrivare ad essere il sentimento d’odio nei confronti di “altri amori”.

L’omosessualità nel mondo vista dalla macchina da presa

Come la tradizione vuole, il festival del cinema LGBTQ di Roma si concentra sempre molto attivamente su tematiche di denuncia, su questioni legate ai sentimenti nudi e crudi e sulle drammaticità che spesso e volentieri prendono in ostaggio le vite di molte persone che chiedono soltanto di vivere in pace la loro identità e i loro amori. Pertanto non si tratta di cinema squisitamente erotico, con intenzioni di tutt’altro genere, tipiche dei classici film vietati ai minori, ma di qualcosa di più alto livello, sociale e umano, che va oltre un banale film porno o un telefono erotico basso costo, magari per gay o trans.

Ma il Queering Roma ha da sempre voluto porre un accento anche su come l’omosessualità possa venir vissuta nelle diverse aree del mondo, per cui la proiezione di Stonewall Uprising è ancora oggi attualissima, poiché ricostruisce fedelmente (con materiali del tutto inediti) ciò che accadde nella notte del 28 Giugno 1969, quando le forze di polizia irruppero in un locale gay di New York provocando una rivolta e dando una spinta alla nascita del movimento di liberazione omosessuale.

Molto interessante e ancorata all’attualità che ci circonda è la pellicola Cai Hong Shang Hai che propone di farci vedere cosa accade nel mondo omosessuale cinese con particolare riferimento alla comunità di Shanghai, testimoniando, nei fatti, quella che sembra essere una piccola apertura da parte del regime cinese alle battaglie sui diritti civili LGBTQ. E che dire di Muli, film capace di toccare le noti più dolenti di un amore che non può essere vissuto nelle Filippine degli anni Cinquanta?

La poesia si combina all’impegno politico in quella che invece come Difficult Love si propone come una vera e propria fotografia della comunità LGBTQ sudafricana. Mentre l’Italia ricorda con onore Camminando Verso, a 365 without 377 e ad Angels on Death Row: nel penultimo caso si è voluto mettere in risalto il momento storico in cui il codice penale indiano veniva liberato dall’omosessualità come fattispecie di reato, mentre nel secondo caso abbiamo a che fare con un documentario girato da Roco Bernini e da Alessandro Golinelli in merito alla pena capitale a cui gli omosessuali dell’Iran erano costretti ieri tanto quanto lo sono purtroppo ancora oggi.

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