A Toronto la più grande moschea al mondo che accetta gay e trans

C’è chi è dice che Islam e omosessualità non si riusciranno mai e poi mai a conciliare, e chi invece, magari guardando alla secolarizzazione che ha coinvolto ormai da tempo il cristianesimo, si dice fiducioso in merito al fatto che le cose “possano cambiare”. Al di là di come la si pensi, dal Canada arriva un primo interessante segnale di conciliazione tra religione islamica e mondo Lgbt, e arriva proprio per mezzo di un imam (che fino a prova contraria è una figura chiave del culto di Maometto).

El-Farouk Khaki, imam e fondatore della Toronto Unity Mosque, ha dato vita ad uno spazio dove tutti i musulmani omosessuali, bisessuali e transgender possono finalmente sentirsi se stessi, pregando in tutta libertà e non dovendo più sottacere in merito alla loro sessualità. Dal 2009, grazie a questo imam dai connotati a dir poco progressisti, i musulmani di Toronto hanno trovato un luogo di preghiera sicuro e amichevole, che non guarda affatto alle loro inclinazioni sessuali né li esclude per questo: la Toronto Unity Mosque è a tutti gli effetti uno spazio dove si può respirare aria di libertà, pur ovviamente nei limiti di quelli che sono i precetti religiosi dell’Islam.

Ovviamente l’opera messa su da El-Farouk ha trovato la più ferma opposizione delle frange religiose più conservatrici, che lamentano la violazione del testo sacro da parte di El-Farouk e dei frequentatori della moschea: nel Corano v’è infatti riportata a chiare lettere una dura condanna nei confronti dell’omosessualità. Eppure questo non è l’unico caso di Islam che tenta di aprirsi al mondo Lgbt, perché oltre alla Toronto Unity Mosque esistono altre moschee e centri religiosi islamici che di fatto accettano gay, lesbiche, bisessuali e transgendere: negli Stati Uniti per esempio ci sono diversi casi, anche se quello di Toronto è senza ombra di dubbio il più importante e iconico.

E mentre a Toronto ci sono decine di persone che ogni venerdì si ritrovano per pregare insieme al di là dell’orientamento sessuale dei frequentatori, nel resto del mondo assistiamo ancora a un Islam a dir poco intransigente nei confronti di tutto ciò che non risponde ai canoni dell’eterosessualità e della famiglia tradizionale. In praticamente tutti i Paesi a matrice musulmana, infatti, l’omosessualità è condannata, e nei Paesi più estremisti è prevista persino la pena capitale per coloro i quali sussiste il reato di omosessualità. Ecco perché moltissimi gay e transgender, ogni anno, si trovano costretti a trasferirsi altrove, magari proprio in Europa, che ad oggi è uno dei territori più aperti su questo genere di cose.

Proprio per questo la sfida di El-Farouk non può dirsi certo conclusa qui: l’aria che si continua a respirare sull’omosessualità, non essendo affatto buona, fa sì che ogni giorno in cui la Toronto Unity Mosque riesce a rimanere aperta senza “problemi di sorta”, sia un giorno di vittoria.

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